L’adolescenza 10-16 anni

Alimentazione

La necessità di nutrirsi è uno dei bisogni biologici primari dell’uomo. I diversi gruppi sociali hanno sviluppato, nel corso evolutivo della specie, abitudini alimentari proprie del sistema. Molto spesso questi comportamenti sono condizionati dall’ambiente, dal clima e dal tipo d’attività prevalente del gruppo. Sono stati selezionati gli alimenti costituenti la dieta base ed i diversi modi per prepararli. Queste abitudini alimentari sono sostanzialmente ed automaticamente imposte ad ogni nuovo membro del gruppo sin dall’infanzia e condizionano la sua idea d’alimentazione corretta. Il modello alimentare è profondamente radicato nella sua personalità.

L’alimentazione è la stessa suggerita per l’età adulta. È probabile che in questo periodo le quantità di cibo richieste siano maggiori, sono necessarie più proteine, minerali (calcio e ferro) e vitamine (A, C, D).

In particolare a quest’età è importante:

Alimentazione regolare = 3 pasti principali assunti più o meno alla stessa ora.

Evitare schemi alimentari squilibrati = diete ripetitive e monotone, con pochi alimenti e sempre gli stessi.

Ingerire oltre a cereali, verdura e frutta ed anche una adeguata quantità di pesce, carne, latte e derivati.

Ridurre il consumo di prodotti preconfezionati (patatine fritte, snacks), salumi, prodotti di pasticceria (dolci, cioccolata, caramelle) e le bevande gassate.

Ridurre i pasti tipo “fast-food” ricchi di grassi saturi, poveri di fibre e vitamine.

I genitori devono controllare e cercare di modificare se necessario, le abitudini alimentari dei ragazzi. Invitarli a mantenere il peso forma, generalmente è più o meno quello indicato nella tabella riportata in appendice 13.

Oltre all’obesità, è facile che i ragazzi acquisiscano i modelli estetici proposti dai mass media è cerchino di diventare magri. La magrezza talvolta significa ridurre il peso in modo eccessivo e non più compatibile con lo stato di buona salute. Si presentano due tipi d’alterato comportamento alimentare:

la bulimia è l’ingestione smodata di cibo, è una risposta edonistica alle limitazioni vissute in famiglia. La tensione che ne deriva induce uno stato d’inquietudine che genera quest’alterazione tipica del comportamento. È peculiare dei maschi che spesso si mostrano buoni ed innocui (il goffo pasticcione) per far accettare il proprio comportamento.

L’anoressia è il rifiuto di doversi alimentare, comunica la difficoltà di appartenenza alla famiglia, al gruppo. È l’esasperata necessità d’essere indipendenti, diversi. In realtà queste condizioni si acquisiscono gradualmente e caratterizzano la personalità tipica dell’adulto. La capacità di non conformarsi alle abitudini, d’essere autonomi è simbolicamente comunicata come l’assenza del bisogno di cibo. Gli anoressici vomitano con regolarità per mascherare i pasti che inevitabilmente devono assumere.

 Spesso è un comportamento femminile, esprime la necessità d’indipendenza della ragazza dalla madre o più in generale d’indipendenza fisica della donna dal gruppo, soprattutto in quelle società dove il loro corpo è oggettivato per il piacere sessuale e per i fini riproduttivi.

La correzione delle abitudini alimentari patologiche o inadeguate nutrizionalmente non è facile da realizzare. È necessario considerare oltre alle possibili cause fisiche anche e soprattutto quelle psichiche che le hanno potuto determinare.

Le modifiche dietetiche sono accettate solo per un breve periodo di tempo poiché cambiano sostanzialmente le abitudini alimentari personali. Abbiamo visto come ogni modello alimentare sia profondamente radicato nella personalitàdell’individuo.

Gli interventi dovranno:

  • non essere imposti;
  • mantenere le componenti del modello preesistente;
  • essere graduali;

Tentare di cambiare le abitudini alimentari adeguandole ad un più vantaggioso equilibrio nutrizionale.

In tutti i casi è opportuno parlare con il proprio medico di riferimento e decidere con lui se è necessario modificare la propria dieta.Sviluppo fisico

È opportuno controllare occasionalmente se il peso e l’altezza dei ragazzi sono adeguati peretà. Possono essere impiegati i diagrammi indicati in precedenza. (età compresa fra 2 e 18 anni) e riportati in appendice 13.

Pubertà

È la fase di sviluppo nella quale compaiono i segni di sviluppo puberale: caratteri sessuali secondari e le gonadi (ovaie e testicoli) raggiungono la loro maturità funzionale.

Con l’avvicinarsi della pubertà l’adolescente percepisce e osserva i progressivi cambiamenti fisici che coinvolgono:

  • l’aspetto in generale: sviluppo staturo ponderale, massa muscolare e la postura.
  • le caratteristiche della pelle: più grassa per l’attività delle ghiandole sebacee che talvolta produce l’acne. I peli diventano più duri e si addensano in generale e in particolare nelle sedi tipiche (viso, ascelle, pube).
  • il tono della voce (muta vocale).
  • Gli organi sessuali, primari e secondari.

Tutto inizia con l’aumento della secrezione di una sostanza chiamata GnRH da parte dell’ipotalamo (formazione del diencefalo) che a sua volta induce la produzione delle gonadotropine  (nella femmina FSH e LH e nel maschio FSH e ICSH identico al LH) ormoni prodotti dall’ipofisi che attivano le gonadi a produrre ormoni.

Gli androgeni dal testicolo e surrene inducono lo sviluppo dello scroto, prostata, vescicole seminali, pene, peli pubici ed ascellari, massa muscolare e muta vocale.

Gli estrogeni dai follicoli ovarici inducono lo sviluppo delle mammelle, piccole labbra nella vulva, vagina, utero e degli annessi.

Inoltre gli androgeni surrenalici stimolano lo sviluppo delle grandi labbra vulvari, clitoride e dei peli pubici ed ascellari.

L’inizio della pubertà è individuale nella maggioranza dei ragazzi, inizia nella femmina in un periodo molto variabile da 8 – 9 anni a 12 – 14 anni. Nel maschio tra il 10° ed il 16° anno e si completa in 3 – 4 anni. L’intervallo è arbitrario, varia in rapporto alle caratteristiche individuali culturali e sociali.

La pubertà è precoce quando la comparsa dei caratteri sessuali secondari e la maturazione gonadica tipica del periodo puberale, compaiono nelle femmine prima del 7° 8° anno e nei maschi prima del 9° 10° anno.

Il pubarca, ovvero la comparsa dei peli pubici e/o ascellari, è detto prematuro (senza altri segni) quando presente prima dell’età di 8 anni nelle bambine e dei 9 nei bambini.

È detta ipertricosi la crescita di peli in zone solitamente prive.

È detto irsutismo l’eccesso di peli a localizzazione maschile (viso, torace, linea alba ed inguine).

È possibile eliminare i peli?

No, è possibile eseguire con successo l’elettrolisi d’ogni singolo pelo (distruzione diatermica). Tale procedura deve essere ripetuta nel tempo (ogni 7 – 15 giorni per diversi mesi), può essere applicata solo su piccole aree ed i peli possono essere eliminati definitivamente.

In alternativa è disponibile la fotodermolisi (distruzione mediante laser), anche con questa metodica sono necessarie più applicazioni nel tempo e la depilazione è sempre transitoria.

Attività motoria

È l’età appropriata per praticare ogni tipo di sport, i ragazzi hanno spesso già scelto un’attività sportiva specifica ed iniziano a specializzarsi nella disciplina.

Sviluppo psicocomportamentale

È necessario che i ragazzi vivano con naturalezza e serenità questa momento della vita. Gli adolescenti devono sapere che l’esperienza che stanno sperimentando non è un fenomeno individuale ma generale della specie.

I genitori spesso si pongono questa domanda: è più utile fornire al figlio una visione complessiva sull’argomento o rispondere di volta in volta alle sue domande?

Inizialmente l’adolescente dovrebbe acquisire una conoscenza la più ampia possibile sull’argomento. La sua percezione d’ogni aspetto del fenomeno sarà inizialmente superficiale, e gli sarà sempre più comprensibile, ogni volta che avrà la possibilità di sperimentare e rianalizzare con interlocutori diversi, gli stessi argomenti.

Su alcuni aspetti peculiari di questo periodo esistono sostanziali differenze di giudizio poiché, l’interpretazione dei vari fenomeni che la caratterizzano, è fortemente condizionata dalle diverse culture religiose. Spesso i genitori si aspettano che i figli possano soddisfare le loro aspettative: essere simili a loro. Più o meno coscientemente cercano di confinare fisicamente, ma soprattutto culturalmente, i figli all’ambiente domestico. Resta in ogni caso importante per l’equilibrio psicofisico dei ragazzi cercare di mantenere quelle abitudini di relazione familiare acquisite nel tempo (es. assumere i pasti insieme).

È accaduto più volte in passato ai genitori di voler fermare il tempo quando vivono con piacere un particolare momento di relazione con il figlio e vorrebbero protrarlo all’infinito. È opportuno invece che le varie fasi dello sviluppo psico-fisico si realizzino con naturale progressione ed in serenità. È necessario che i genitori non credano che i figli possano essere quello che loro avrebbero voluto essere. I genitori dovrebbero sin dall’inizio recuperare al più presto le loro abitudini, lo sviluppo della propria individualità e del rapporto di coppia che erano cambiati con la nascita del figlio. Il ruolo del genitore diventa quello di conferire sicurezza e fornire un rinforzo positivo all’autoaffermazione del figlio.

Questo periodo della vita è caratterizzato quindi dalla necessità dell’adolescente di scoprire la sua identità. Come in tutti i processi d’identificazione dovrà inizialmente definire come potrà credere di rispondere alla domanda “chi sono? Quali sono i parametri più importanti da prendere in considerazione per il confronto? Una volta selezionati, identificati ed analizzati scoprirà che sono tipici della propria famiglia e li potrà confrontare con quelli del suo gruppo sociale d’appartenenza.

I ragazzi crescendo diventeranno sempre più autonomi ed indipendenti, diversi dai genitori. In questo periodo gli adolescenti strutturano il loro modo d’essere e d’interpretare la realtà sul modello ricevuto dai genitori si confrontano con gli altri modelli e sentono la necessità di cambiare di sviluppare una propria individualità autonoma.

I genitori e le altre agenzie, forti del ruolo e della fiducia acquisita in precedenza, dovranno osservare i comportamenti, dialogare, per accogliere e sostenere l’adolescente nelle sue difficoltà e dare i limiti definiti dall’esperienza sociale.

I comportamenti importanti per un adolescente che condizionano il suo sentirsi bene, sono:

alimentare: gli alimenti dovranno essere diversi ed i pasti assunti con regolarità;

indipendenza da: alcool, tabacco o droghe;

relazionali con la famiglia: rispetto dei ruoli e dell’autorità;

relazionali con gli amici: di entrambi i sessi, senza dipendere da questi;

risultati scolastici;

atteggiamento mentale;

strategie per la sicurezza personale: sa identificare i rischi e si proietta nel futuro in modo realistico.

Attività fisica regolare: 40 minuti 3 volte la settimana;

attività sessuale: protetta ed indirizzata al rapporto di coppia. Non subisce nessun tipo di abuso psicofisico;

violenza (non manifesta atteggiamenti).

Perdita del libero arbitrio

Più il sistema sociale è grande più aumentano i fattori casuali che condizionano ogni evento. I ragazzi percepiscono che ogni loro scelta è finalizzata a soddisfare una necessità talvolta irraggiungibile. Pur avendo, nei limiti consentiti dal loro essere, idealizzata e programmata la scelta, spesso fattori imponderabili ne decretano l’insuccesso. In pratica intuiscono l’assenza del libero arbitrio. La riuscita o meno di un desiderio è legata a diversi fattori molti dei quali gia accaduti e tanti altri non direttamente controllabili, e difficilmente condizionabili.

I ragazzi devono capire di non essere onnipotenti, devono perdere la certezza di poter sempre appagare le proprie necessità, gli insuccessi sono possibili e sempre più frequenti ma non devono condizionare il loro equilibrio psichico e la loro intraprendenza. La felicità non deve essere mai rinviata alla realizzazione futura dei progetti, dei sogni. I ragazzi si erano strutturati un’autostima che non sono più in grado di mantenere essendo aumentate le necessità e quindi i fallimenti. Prima agivano in un contesto sociale limitato e protetto ora la competizione si è allargata e sono comparse nuove necessità soprattutto quelle legate alla soddisfazione dell’istinto sessuale.

Devono capire che, per ogni bisogno, ci sono molti modi di agire per tentare di soddisfarlo e, soprattutto, devono imparare a non essere infelici per tutte le azioni che avrebbero potuto e voluto intraprendere ma essere felici per quelle che la casualità li ha indotti a scegliere e a realizzare. Talvolta si può avere la sensazione che gli accadimenti siano predeterminati, questa emozione è semplicemente dovuta al fatto che accadono con maggior facilità quelli statisticamente più probabili. Se si potesse caricare in un computer, dotato di un software precostruito, tutti i dati relativi ad un dato evento, si intuisce la facilità di prevederne gli sviluppi più probabili ma non si potrà avere la certezza di quello che si realizzerà. Possiamo anche trascurare il teorema di Goedel “non è possibile descrivere con completezza un sistema chiuso, esiste sempre una proposizione indecidibile” in quanto osserviamo una serie di fenomeni inseriti in un grande contesto.

Lettura e televisione

L’uso della televisione a differenza della lettura, non favorisce i processi di rielaborazione personale, rappresenta una forma di comunicazione in cui il controllo e la rielaborazione personale diventano insignificanti. Il concetto di spazio tempo è annullato dalla velocità della comunicazione, il messaggio può essere frammentato senza sequenzialità. Ciò che è scritto non ha la stessa efficacia di coinvolgimento e di verità che possiede, invece, ciò che si vede e si sente in televisione. Nella comunicazione televisiva il ritmo delle sequenze è così incalzante da relegare il ruolo della parola in secondo piano. I ragazzi pertanto, prestano poca attenzione ai dialoghi e non hanno il tempo per la rielaborazione critica. Questo rende per molti, impercettibile il confine tra la realtà e la finzione, fino a credere che la TV sia un punto di riferimento, la fonte indiscutibile di verità e di valori. L’aggressività comunicativa della TV stimola l’emotività e riduce il controllo cognitivo dei reali contenuti. La conseguenza di tutto questo è che i ragazzi nati e cresciuti con la TV hanno acquisito una sensibilità percettiva facilmente eccitabile, hanno atteggiamenti instabili e discontinui, sia nell’attenzione, sia nella capacità di concentrazione, sia nelle relazioni interpersonali. Spesso l’apprendimento è ispirato ad una filosofia di vita che premia i personaggi sportivi, le soubrette ed i divi del cinema ed inoltre accentua l’istinto della violenza approvandola e mitizzandola.

I giovani che guardano molti programmi a contenuto sessuale hanno maggiore difficoltà a finalizzare una precoce attività sessuale ad acquisire un rapporto di coppia vero e proprio.

La televisione è un’agenzia alternativa alle istituzioni tradizionali, i ragazzi possono accedere ad un repertorio pressoché illimitato d’informazioni e conoscenze sulla vita degli adulti, senza essere limitati dai vincoli dell’interazione reale, senza sottostare ai controlli familiari e sociali, né conformarsi ai comportamenti socialmente approvati.

Amore e attività sessuale

L’attrazione sessuale, che non è amore, è la sublimazione dell’istinto di procreazione, è un processo bio-psico-sociale che unisce una donna ed un uomo per favorire la riproduzione della specie.

La strategia riproduttiva dei maschi è sostanzialmente diversa da quella delle femmine: il maschio produce in continuazione tanti spermatozoi e per favorire lo sviluppo evoluzionistico della specie dovrebbe fecondare in continuazione il più alto numero di femmine possibile (poliginia). La donna invece tende alla monogamia poiché produce un numero ben più limitato d’ovuli ad intervalli mensili ed in caso di gravidanza, necessita di una serenità esistenziale per circa 16 mesi, la durata della gestazione e dell’allattamento. Ne consegue un diverso comportamento: l’uomo si avvicina alla donna con poca selettività ed è finalizzato a soddisfare la sua esigenza sessuale. La donna in genere tende a scegliere il suo compagno (esprimere la selettività riproduttiva) cerca di garantirsi il maschio migliore quello più capace di darle protezione nel periodo riproduttivo, quando la sua vulnerabilità è aumentata. Questi due diversi comportamenti generano un conflitto d’interessi fra l’uomo e la donna e costituiscono con i fattori ambientali (luogo e tipo di cultura) gli elementi che condizionano gli avvenimenti. Sono queste variabili che condizionano i diversi tipi di comportamenti sessuali: monogamia, poliginia, poliandria e promiscuità sessuale.

Una volta stabilito un rapporto di coppia, inizialmente condizionato prevalentemente dal primordiale istinto sessuale, i due individui vivono insieme una parte o tutta la loro esistenza. Nasce una relazione di coppia, i due elementi interagiscono in continuazione e si creano molti altri tipi di relazioni che caratterizzano il proprio partner differenziandolo da tutti gli altri individui. Nasce così l’amore come espressione del pensiero che è una condizione persistente che si rafforza nel tempo a differenza del sesso che è un istinto che si estingue con l’appagamento.

All’inizio i ragazzi spesso idealizzano una figura eterea, inesistente, irreale come oggetto delle proprie attenzioni erotiche e delle fantasie sessuali. La masturbazione spesso non è riferita ad un partner di riferimento ma rappresenta un modo per scaricare costituzionalmente la tensione sessuale. In seguito è opportuno che i ragazzi lascino il mondo sessuale irreale, quella delle immagini (pornografia) e della televisione (programmi a contenuto sessuale) e focalizzino le proprie attenzioni sui compagni reali quelli che secondo i propri schemi culturali potrebbero essere potenzialmente il partner ideale.

Contraccezione

Sui contraccettivi circolano tuttora troppi pregiudizi, falsi miti, errate convinzioni e favole.

Solo due coppie adulte su quattro utilizzano la pillola o il profilattico e ben una su tre non usa alcun metodo, oppure si fida del coito interrotto. È opportuno che gli adolescenti siano informati sulla contraccezione e su come pianificare la loro attività sessuale. I ragazzi, biologicamente attivi, devono imparare a controllare l’istinto sessuale, ad esercitarlo, non come degli animali in riproduzione, ma come esseri intelligenti.

Terminando la pubertà rappresenta quel periodo nel quale l’individuo termina fisicamente d’essere bambino e diventa adulto, una nuova unità sociale. È importante che questo periodo sia particolarmente seguito e controllato dal gruppo familiare, dalle agenzie secondarie e dal proprio medico di riferimento.

L’abbigliamento: uso personale e sociale

Le necessità di vestirsi sono: la protezione, il bisogno di decorarsi ed il pudore(coprirsi). Le condizioni ambientali condizionano il tipo d’indumenti finalizzati alla protezione del corpo. La necessità di decorarsi è istintiva induce l’individuo a cercare di somigliare all’immagine che la psiche gli sta proponendo: il modello vincente. Ovviamente questi modelli sono condizionati dai dettami consumistici e collettivi e non sempre producono un beneficio. Talvolta esprimono, soprattutto in alcuni gruppi, un disagio sociale. L’apporto individuale al modello è modesto e la sua variabilità interpretativa piccola pertanto o la personalizzazione dell’evento è sufficiente ad evitare il danno o è conveniente non seguire quella moda.

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