Prima infanzia (0 – 2 anni)

Il bambino [1] deve dipendere totalmente dagli adulti, è come un computer appena acceso (l’essere costituente), non conosce se stesso, gli altri e l’ambiente in cui vive. Ha un potente sistema di base (hardware) che gli consentirà un progressivo apprendimento, totalmente condizionato alla sua peculiare realtà socio ambientale ed alle sue future esperienze casuali (l’inserimento progressivo del software). Ogni essere vivente è diverso da tutti gli altri poiché la somma di tutte queste variabili determina la sua individualità (il nuovo nato). Ecco perché accade che uno stesso evento può essere percepito da ogni individuo in modo diverso e produce nel gruppo comportamenti non omogenei. Ogni individuo risponde non allo stimolo originale ma allo stimolo digerito quello elaborato dal suo sistema nervoso centrale.  È possibile associare e prevedere il comportamento dei computer simili, ma mai di tutti gli elementi che compongono l’insieme del gruppo, una certa percentuale sfuggirà ad ogni controllo. Questa realtà rappresenta la forza della sopravvivenza e dell’evoluzione della specie. Quando “un male”, una follia collettiva colpisce la maggioranza, saranno i diversi che si salveranno e potranno garantire la sopravvivenza dell’allevamento.

Alimentazione

La sua prima necessità è mangiare, cos’è più opportuno? il latte al seno o quello formulato al biberon?

Questa decisione è talvolta sofferta da molti genitori che generalmente credono di decidere. Non pensano che la scelta come tutte le altre in futuro saranno del tutto casuali condizionate dal giudizio socio-culturale del momento, dall’opinione dei genitori e di tutte le altre figure coinvolte (nonni, zii, amici, sanitari e ….). Tutti fattori non prevedibili e non controllati direttamente dai protagonisti.

Di fatto entrambi i metodi sono validi e sostanzialmente sovrapponibili. L’allattamento al seno, quando possibile, è la scelta da preferire soprattutto per i primi mesi.

Appendice [2] 1

Informazioni sull’allattamento al seno,

Appendice 2:

Informazioni sull’allattamento con latte non materno.

I pasti dovranno essere serviti a richiesta o ad orari predefiniti?

Il bambino deve inserirsi nella sua famiglia e nei ritmi di vita dei suoi membri, questa integrazione è più probabile se si esegue l’alimentazione ad orari predefiniti. È interesse di tutti, anche dei condomini, che il bambino alterni correttamente il giorno alla notte. Di notte è importante dormire bene, se il bambino ha dormito troppo di giorno (non è stato svegliato per compiere il suo lavoro: mangiare, sarà probabile che dovrà farlo di notte. Non sempre, come sperano molti genitori si sveglia, mangia e si riaddormenta.

Un intervallo adeguato fra un pasto e l’altro facilita l’ingestione di un volume adeguato di latte ed i ritmi digestivi: riempimento, svuotamento gastrico ed  assorbimento.

Integrazione con gli altri significa essere in sintonia con l’attività delle persone che ci circondano (il lavoro dei genitori, la disponibilità delle agenzie secondarie), l’accettazione ed il rispetto dei ruoli sociali.

Ovviamente non dovranno mancare, in particolari circostanze, disponibilità e comprensione ad eccepire la regola, soprattutto nel primo mese di vita.[3]

Sviluppo fisico

La seconda domanda che i genitori si pongono, una volta iniziato l’allattamento, è se il bambino cresce bene. La risposta la possono ottenere verificando nel tempo la sua crescita staturo-ponderale. Per fare questo sarà sufficiente pesarlo nudo (meglio con il pannolino, per evitare di raccogliere la pipì) una volta la settimana e verificare quanto è cresciuto (l’incremento ponderale medio settimanale è di circa 150-200 grammi). Questo aumento di peso è ottimale nei primi mesi di vita e si riduce man mano che il bambino cresce.

Come si gratificano i parametri di crescita del bambino?

I valori acquisiti: peso, altezza e circonferenza cranica sono riportati sul grafico: in ascissa l’età in mesi ed in ordinata il valore misurato. Nel tempo si traccia una linea passante per i diversi punti inseriti, questa linea è detta percentile e serve per verificare se il bambino cresce in modo adeguato. La linea così costruita indica il percentile di crescita del bambino ed è assimilata alla più vicina riportata nel grafico, ha poca importanza se sarà quella inferiore (3° percentile) o quella superiore (90° percentile). Successivamente dopo i 3 – 4 mesi sarà sufficiente rivalutare solo occasionalmente (2 – 4 volte l’anno), il peso, l’altezza e la circonferenza cranica del bambino.

Appendice 3

Tabelle antropometriche per maschi da 0 a 24 mesi.

Appendice 4

Tabelle antropometriche per femmine da 0 a 24 mesi.

Sviluppo psichico

Sarà un vero piacere per gli adulti osservare non solo la crescita fisica ma soprattutto quella psicologica del bambino, dovranno porre molta attenzione alle sue interazioni comportamentali.

In un ambiente sociale sempre più massificato ed impersonale, spesso i genitori sono superficiali, si limitano ad un’osservazione sommaria e finalizzata a valutare i comportamenti primari e stereotipati. Inoltre gli adulti generalmente non hanno molto tempo da dedicare al nuovo cucciolo e sono poco attenti al comportamento intimo da mantenere con il bambino al fine di promuovere un’adeguata crescita psicologica.

Durante i primi anni di vita gli incontri intimi sono costituiti da elementi visivi, verbali ed olfattivi ma soprattutto dal contatto fisico.

Inizialmente il contatto più importante avviene durante l’alimentazione e la pulizia del bambino. Sono rappresentati rispettivamente dall’offerta del capezzolo o della tettarella e da tutte le azioni ed i contatti che si realizzano quando lo si lava e si veste. L’abbraccio, il bacio e le carezze non sono di secondaria importanza.

È necessario rivolgersi al bambino con toni dolci perché lo rassicurano e rendono l’ambiente sereno, i suoni forti ed acuti sono per lui, segnali d’allarme.

Nei primi mesi come cerca di comunicare il bambino?

  • piangendo

chiede ai genitori di avvicinarsi, a volte per un semplice contatto fisico, per cambiare posizione e non sempre perché ha fame o prova dolore;

  • sorridendo

è il modo per accattivarsi la simpatia degli adulti, per cercare di non essere abbandonato.

In questo periodo può essere utile, qualche volta nella giornata, abbracciarlo senza esagerare e subito dopo lasciarlo di nuovo solo (stretta di protezione). Questa comunicazione significa “stai tranquillo, non c’è nessun pericolo”, se ci fossero ti stringerei più forte e non ti lascerei.

È interessante notare nel bambino la presenza di due riflessi presenti costituzionalmente:

  • di presa

la stimolazione del palmo provoca la stretta della mano;

  • di Moro

alla percezione di caduta il bambino allarga immediatamente le braccia, inizialmente apre le mani e poi le chiude.

È utile e divertente osservare come il bambino si muove ed interagisce con l’ambiente (oggetti, persone, stimoli acustici e luminosi), un aiuto di massima è riportato nelle seguenti appendici:

Appendice 5

Comportamenti di riferimento durante i primi mesi di vita

Appendice 6

Le tappe successive dello sviluppo neuromotorio.

Il divezzamento[4]

Poco prima dei 5 mesi il bambino vive la sua prima esperienza importante: il divezzamento (mangia la sua prima pappa con il cucchiaino). È possibile dare un significato più ampio a questo periodo che caratterizza la sua prima importante tappa evolutiva, soprattutto quando il bambino è allattato al seno. Infatti, termina l’allattamento al seno ed inizia quel processo di sviluppo psico fisico che lo porterà ad essere un nuovo individuo sociale completamente indipendente dai suoi genitori.

Di fatto il passaggio da bambino ad adulto può essere interpretato come un continuo distacco. Il nuovo individuo cercherà di conquistare una sua autonomia sia fisica sia psichica. Molto spesso i genitori egoisticamente anche se spesso non se ne rendono conto cercano di contrastare questo decorso naturale, poiché ogni volta vivendo una  felice e gratificante esperienza non vorrebbero che terminasse mai. Purtroppo il tempo non si ferma e questi atteggiamenti rallentano e talvolta impediscono, un’adeguata crescita psicologica del bambino.

Appendice 7

consigli per il divezzamento.

A proposito di:

Battesimo, circoncisione o altre iniziazioni religiose

Dai meli nascono le mele e dai peri le pere, è una evidenza inconfutabile ed è impensabile che possa accadere il contrario. Il bambino appartiene, nel primo periodo della sua vita, ai genitori che inevitabilmente lo portano a conoscere il mondo come loro lo vedono ed a rispettare quelle regole sociali che spesso, per essere accettate e seguite da tutti, sono attribuite a potenze soprannaturali. La pratica religiosa è un’abitudine comportamentale alla quale si viene avviati sin da piccoli non si sceglie e spesso condiziona tutta l’evoluzione psicofisica di un individuo. I condizionamenti che il bambino deve subire non producono reali vantaggi o benefici pratici ma spesso rappresentano per loro delle gravi e gratuite esperienze traumatizzanti.. In particolare tutte le pratiche d’iniziazione religiosa che coinvolgono azioni fisiche comportano oltre il dolore fisico anche una vera e propria violenza psichica costituzionalizzata.

Appendice 8

fimosi.[5]

Appendice 9

febbre

Appendice 10

gastroenterite

Appendice 11

Stipsi funzionale nella prima infanzia

Appendice 12

Appunti di puericultura.

Bibliografia

[1] Bambino, come uomo e figlio, indica entrambi i sessi, non si tratta di maschilismo, ma evita di leggere la/il bambina/o.

[2] In appendice sono riportati i suggerimenti per aiutare gli interessati ad assumere un comportamento adeguato in alcune circostanze di frequente riscontro..

[3] Tutte le regole possono essere non rispettate soprattutto in particolari condizioni, o quando non sono condivise, questo dovrebbe essere possibile in ogni luogo. La possibilità di rispettare questo principio caratterizza il regime autoritario da quello basato sulla convivenza civile. Chi è deputato a far rispettare le regole dovrebbe sempre avere elasticità mentale ed il buon senso del padre di famiglia.

[4] Divezzamento (svezzamento) è volutamente inserito nello sviluppo psichico e non fisico, infatti il termine significa che è necessario togliere al bambino delle abitudini e non solo alimentari.

[5] Nei paesi occidentali è un intervento, consigliato con frequenza, per risolvere un’obiettiva necessità. Molti immigrati spesso vogliono circoncidere i loro figli per motivi religiosi, senza che ci sia tale necessità. Probabilmente in passato, in condizioni igieniche limitate, questa pratica religiosamente generalizzata, ha avuto una sua utilità.

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