Scuola e apprendimento
il piacere d’insegnare e quello d’imparare
Insegnare non significa soltanto trasmettere l’informazione, ma significa essere capaci di avviare un processo trasformativo ed evolutivo che si può chiamare “umanizzazione”. Insegnare significa anche trasferire le regole comportamentali che sono in grado di portare il soggetto ad agire sospinto sì dal principio del piacere, ma sempre in modo coerente con quello di realtà, condizione necessaria per cercare di costruirsi una vita felice e responsabile.
L’amore per l’insegnamento genera più amore per l’apprendimento, non ci deve essere opposizione tra istruzione e educazione, tra contenuti cognitivi e relazione affettiva. La trasmissione del sapere deve avvenire per contagio solo così si potrà costruire l’uomo sociale quello che saprà evitare il ritiro autistico in un mondo oggi sempre più tecnologico, isolato e virtuale.
L’insegnante deve amare lo studente nel quale insemina il desiderio della conoscenza e deve essere capace di trasferire il desiderio del sapere agli studenti che solo così potranno avviarsi spontaneamente verso l’apprendimento, perché in grado di generare godimento.
Lo studente deve con la parola manifestare di aver appreso e l’insegnante non può limitarsi a verificare l’assimilazione passiva delle informazioni (talvolta riducendo tutto a una serie di caselline vuote da barrare) e verificare se l’allievo sa ripetere esattamente quanto gli è stato impartito.
L’odierna scuola narcisistica usa modi didattici prestabiliti e standardizzati, premia la riproduzione dell’informazione riducendo l’apprendimento al plagio, penalizza l’eterogeneità e le divergenze. Anche l’attuale prevalenza delle tecno scienze cancella la soggettività, elimina i sogni e crea uno stato di malessere negli studenti che sono sempre più svogliati e incostanti.
L’attuale contrapposizione non è più tra l’ideale conservatore dell’obbedienza e quello rivoluzionario del cambiamento, ma tra il culto individualistico del principio di prestazione e l’assenza del valore simbolico dell’insegnamento. Purtroppo oggi spesso la mancanza di un buon insegnamento e le famiglie, che agiscono secondo il principio che “ogni scarafone è bello a mamma sua” supportano il godimento immediato e consentono una libertà senza responsabilità dei ragazzi che s’illudono di poter essere destinati a carriere prive di sacrifici, facili, rapide e gratificanti.
Data pubblicazione: 03/08/15
Creato da: Dott. Luigi Di Berardino